Sodom – “Obsessed By Cruelty” (1986)

Artist: Sodom
Title: Obsessed By Cruelty
Label: Metal Blade Records
Year: 1986
Genre: Thrash/Black Metal
Country: Germania

Tracklist:
1. “The Rebirth…”
2. “Deathlike Silence”
3. “Brandish The Sceptre”
4. “Proselytism Real”
5. “Equinox”
6. “Obsessed By Cruelty”
7. “Fall Of Majesty Town”
8. “Nuctemeron”
9. “Pretenders To The Throne”
10. “Witchhammer”
11. “Volcanic Slut”

Poche sono le uscite discografiche aventi alle spalle una storia peculiare quanto quella dietro al debut dei Sodom su formato esteso, nella genesi come nell’impatto effettivo o riconosciuto che esse hanno avuto sul lungo periodo. Alle prese col secondo cambio di chitarrista in appena un lustro ed affranti dalla falsa partenza di “In The Sign Of Evil”, un mini di venti minuti buttato fuori da una sussidiaria creata ad hoc proprio mentre gli eterni metri di paragone Destruction e Kreator uscivano coi rispettivi esordi ufficiali dalla duplice durata e dal blasone produttivo ben più rinomato, Angel Ripper e Witch Hunter assoldano un terzo membro nell’axeman lì di passaggio e chiamatosi Destructor, dopodiché si buttano sulla lavorazione del venturo full-length con l’intento di rispondere il prima possibile alle dimostrazioni di forza contenute in “Endless Pain” ed “Infernal Overkill”. Il risultato, come ampiamente prevedibile, è del materiale scritto e registrato in fretta e furia e perciò in retrospettiva tecnicamente assai migliorabile, sicché è la stessa Metal Blade Records, in questo preciso caso addetta alla distribuzione in territorio americano, a puntare i piedi pretendendone un immediato makeover – peccato soltanto che una volta esaudita la richiesta sia proprio l’etichetta statunitense a rilasciare per errore la prima versione del disco, mentre la seconda (tra l’altro realizzata con alla seconda sei corde l’ennesimo acquisto temporaneo Ahäthoor) verrà limitata alla prima stampa europea in vinile sotto marchio Steamhammer, quest’ultima riappropriatasi un anno più tardi dei nastri originali per la pubblicazione dell’opera sul nuovo supporto compact disc con allegato il celebre EP precedente.

Il logo della band

A trentacinque anni di distanza, schiacciato tra una release leggendaria sebbene minore ed uno dei massimi capolavori del Thrash Metal mondiale, “Obsessed By Cruelty” rappresenta quindi un caso irripetibile nella situazione odierna del mercato musicale, dove le pecche in fatto di distribuzione fisica vengono sopperite dai prodigi della rete ed il concetto di mini-album ha perso molto del suo fascino e della sua utilità: considerato infatti dai ragazzi di Gelsenkirchen come una seconda occasione sprecata per imporsi nel ribollente scenario teutonico, oggi il loro esordio appare coerentemente trascurato nelle setlist concertistiche quanto nelle retrospettive storiche, e non ha di certo aiutato il campeggiare dell’ormai iconico boia scarlatto di “In The Sign Of Evil” sulla copertina esterna della diffusissima ristampa in CD sopra citata. Eppure, come talvolta accade nell’atipico mondo della musica alternativa e di quella estrema in particolare, sono proprio quelli che in apparenza paiono difetti inammissibili ad assicurare al platter di turno una cifra stilistica ben definita, quel tocco di personalità che gli consente di non invecchiare mai e rimanere così un episodio rilevante anche quando è proprio chi lo ha partorito a non riconoscerne la portata, a non amarlo particolarmente, com’è dopotutto legittimo per degli autori giocoforza calati nel loro contesto e per i quali dunque è impossibile ricorrere al favore dei punti di vista altrui, distaccati, o anche solo al proverbiale senno di poi.

La band

“Deathlike Silence”: il titolo dell’opening track basta da solo ad esemplificare l’influenza esercitata dal lavoro primitivo dei giovanissimi Sodom sulla ben nota cerchia norvegese costituitasi un lustro dopo la sua pubblicazione, tale da spingere Euronymous a battezzare in loro onore il suo breve e leggendario progetto discografico, prova di come il nome del trio fosse già circolato a qualunque latitudine con “In The Sign Of Evil”, uscita che nei suoi limitati mezzi legittimava come mai nessuna prima i numi tutelari Venom tanto nel sound rotondo e ribassato quanto nel retaggio Speed delle esaltanti hit “Outbreak Of Evil” e “Witching Metal”.
Entrambi questi aspetti vengono però del tutto superati in “Obsessed By Cruelty”, la cui frettolosa gestazione lascia in dote alla band un prodotto quasi estemporaneo, dalle coordinate mai più esplorate nei decenni a venire di carriera. Da ovattato ed impostato su tonalità basse, il suono delle sei corde si fa secco e prominente nelle note alte, mentre il basso viene inghiottito dal sordo drumming che spadroneggia incontrastato nel mix; figlie della poca esperienza dei tedeschi e stigmatizzate da una Metal Blade in quell’anno parecchio confusa (vedasi le vicende con Voivod e Slayer), tali caratteristiche conferiscono in realtà ai Sodom una veste pressoché identica a quella indossata dai Kreator di “Endless Pain”, a posteriori fortunatamente dismessa sin da subito dopo ma allo stesso tempo assai notevole se si considera il ruolo che il Thrash germanico ha svolto nel far apparire nel cielo nordico quel lampo balenato ad inizio 1992, fatto di chitarre aspre e batterie rimbombanti. Ad una produzione dai simili tratti si accompagnano quelle che potremmo allo stesso modo definire come cadute di stile in fatto di scrittura, le quali però contribuiscono al fascino amatoriale dell’album rendendosi anzi quasi necessarie: l’imprinting Punk di scuola venomiana viene accantonato per dare spazio a brani molto meno organici, spesso articolati in blocchi di riff dalle ritmiche opposte attaccati l’uno all’altro attraverso dei brevissimi stop and go della batteria. Ottenute con questo semplice trucchetto, “Deathlike Silence”, “Brandish The Sceptre”, “Fall Of Majesty Town” e “Pretenders To The Throne” risultano quindi alquanto datate nella forma eppure cariche di quell’atmosfera disturbante dovuta alla precarietà delle composizioni sempre sull’orlo del fuori tempo; suggestione rinforzata dall’alone morboso che ammanta i rallentamenti di “Proselytism Real” e della title-track, sicuro rimando all’operato di Tom Warrior a cui tuttavia si aggiunge l’immatura rabbia di un ventenne appena uscito dall’ennesimo turno nelle miniere di carbone della Ruhr.

Ad Angel Ripper e Witch Hunter (nickname d’ora in avanti contratti e preceduti dai rispettivi nomi di battesimo) basterà dunque un anno per invertire nel 1987 la rotta e tornare ai suoni cupi e alle partiture slanciate di discendenza Venom, grazie al completo delinearsi del genere e al decisivo innesto in formazione di Frank Blackfire. Il secondo EP “Expurse Of Sodomy” fungerà pertanto da ponte stilistico tra l’acerbo ed altamente seminale “In The Sign Of Evil” e la consacrazione di “Persecution Mania”, summa completa dell’oscuro Punk/Thrash del trio prima dell’apertura a soluzioni più ortodosse nel successivo paio di sempre magnifici full-length. In tutto ciò “Obsessed By Cruelty” rimane però, come del resto più spesso che no accade a questi livelli, un esperimento dettato più dalle circostanze che da un’intuizione artistica vera e propria, persosi nella moltitudine di testimonianze ascrivibili al tanto discusso Proto-Black e tenuto a galla in questa oceanica distesa di LP anche fin dal solo titolo dell’opener. Come del resto i due cugini della più famosa triade teutonica, i Sodom si sono rivelati innovatori inconsapevoli tanto nelle sanguinose sonorità rudimentali e minimali quanto nell’estetica diabolica squisitamente kitsch che sprizza dall’improbabile ed altrettanto estasiante ed importante artwork del debutto targato 1986; dettagli forse oggi reputati ingiustamente secondari se non persino rigettati dalle successive generazioni tutte scream e volto pittato, ciononostante imprescindibili per quel breve passo dal percepito ridicolo al riconosciuto sublime compiuto tra Svezia e Norvegia giusto una manciata di anni più tardi.

Michele “Ordog” Finelli

https://www.youtube.com/watch?v=Z4aaCgcvUts

Precedente Voivod - "Rrröööaaarrr" (1986) Successivo Destruction - "Eternal Devastation" (1986)